Rivalutazione a bilancio dei beni di Proprietà Industriale

Secondo quanto previsto dal codice civile, in generale non è possibile rivalutare il valore iscritto a bilancio dei beni immateriali, quali ad esempio marchi e brevetti.

La rivalutazione è ammessa solo in occasione dell’entrata di vigore di leggi che la consentano in modo esplicito ed in deroga a quanto previsto dal c.c.. Ciò è proprio quanto si è verificato con l’approvazione della legge di stabilità 2017 (avvenuta lo scorso dicembre), la quale prevede la possibilità di rivalutare nel bilancio 2016 i beni immateriali già iscritti a bilancio il 31/12/2015, dietro pagamento di un’imposta sostitutiva.

Quando il Legislatore offre alle aziende questa possibilità, nasce per le imprese  titolari di marchi e brevetti un’interessante opportunità in quanto la rivalutazione consente di:

  • aumentare la capitalizzazione dell’impresa migliorandone l’immagine nei confronti degli azionisti e dei creditori
  • portare in deduzione maggiori ammortamenti, ottenendo così un alleggerimento del carico fiscale
  • “incrementare” le riserve del patrimonio netto, che possono così essere utilizzate per coprire le eventuali perdite economiche.

D’altra parte, effettuare la rivalutazione ha un costo, rappresentato dal pagamento di un’imposta sostitutiva pari al 16% dell’importo di rivalutato e questo costo va attentamente considerato prima di poter giungere ad una valutazione di convenienza globale dell’operazione.

Un ulteriore aspetto di cui occorre tenere conto è che la riserva di rivalutazione – la voce del patrimonio netto in cui viene iscritto il valore rivalutato – può essere affrancata, ovvero resa disponibile per coprire delle perdite economiche o per essere distribuita come dividendi, dietro il pagamento di un ulteriore 10% dell’importo rivalutato.

Come si può intuire, stante la numerosità e la complessità delle variabili in gioco, non è immediato riuscire a stabilire se la rivalutazione conviene o non conviene.

E’ nostra opinione che l’analisi della convenienza vada impostata tenendo conto dei due seguenti aspetti:

  • da una parte l’apprezzamento del miglioramento della solidità patrimoniale dell’azienda che è reso possibile grazie alla rivalutazione
  • dall’altra la valutazione del ritorno dell’investimento rappresentato dal pagamento dell’imposta sostitutiva, ovvero dal rapporto tra i benefici economici rappresentati dal risparmio fiscale e il pagamento dell’imposta sostitutiva

In particolare, l’approccio metodologico che andrebbe seguito per analizzare la convenienza globale della rivalutazione è rappresentato dalla simulazione dell’impatto che essa ha sui bilanci futuri dell’impresa.

Occorre cioè prima di tutto far effettuare da un esperto la perizia di valutazione dei beni immateriali iscritti a bilancio, in modo da poter stabilire l’importo della rivalutazione. Successivamente occorre assumere alcune ipotesi sulla rivalutazione stessa, come, ad esempio, se si desidera affrancare la riserva di rivalutazione o meno, così che si possa determinare l’aliquota dell’imposta sostitutiva da utilizzare.

Una volta esplicitate e definite tutte le ipotesi del caso, si procede, partendo dal bilancio 2016 modificato in seguito alla rivalutazione, a simulare i bilanci degli anni successivi integrando nel business plan aziendale i pagamenti dell’imposta sostitutiva ed i benefici fiscali ottenuti grazie ai maggiori ammortamenti. Occorre realizzare una vera e propria simulazione che tenga conto delle logiche di evoluzione delle poste del conto economico e dello stato patrimoniale: non solo delle poste che sono impattate direttamente dalla rivalutazione (quali i debiti tributari, il fondo immobilizzi immateriali, ecc.), ma anche quelle che ne sono impattate indirettamente (come ad esempio le imposte, l’utile netto, il patrimonio netto, ecc.).

Una volta ottenuti i conti economici e gli stati patrimoniali degli anni futuri si possono derivare da questi i valori degli indicatori di solidità patrimoniale (incremento del patrimonio netto, variazione del margine di struttura, ecc.) e di convenienza economico-finanziaria dell’”operazione rivalutazione” (ROI, Payback, ecc.).

In generale, l’analisi della convenienza globale va affrontata caso per caso. E’ molto difficile fornire dei risultati che abbiano validità generale. Le uniche indicazioni di massima che sono emerse dalle prime simulazioni che abbiamo effettuato sono le seguenti:

  • se il risultato netto nei conti economici futuri è sempre positivo, la rivalutazione può convenire anche dal punto di vista economico-finanziario
  • se il risultato netto nei conti economici futuri è sempre molto negativo, la rivalutazione sicuramente non conviene dal punto di vista economico-finanziario, ma potrebbe convenire dal punto di vista del miglioramento dell’immagine di solidità patrimoniale
  • in tutti gli altri casi, per stabilire la convenienza o meno occorre realizzare la simulazione sui dati specifici dell’azienda.

Quantimethod fornisce da diversi anni servizi di consulenza nel campo della PI, quale la valutazione economica di marchi e brevetti e, in questo caso, anche l’assistenza per l’analisi preliminare della convenienza economica globale della rivalutazione.

Per un ulteriore approfondimento è possibile visualizzare e salvare la seguente presentazione:

La perizia di valutazione di marchi e brevetti… e l’analisi di convenienza della rivalutazione di R. Casati in Seminario FAST (Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche) sulla rivalutazione dei beni immateriali iscritti a bilancio Milano, 11 febbraio 2014

 

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